Las Palmas de Gran Canaria si configura come un palinsesto architettonico stratificato, nel quale ogni edificio, piazza e facciata costituisce una testimonianza tangibile di intrecci culturali, influenze europee e radici locali. L’itinerario «Dal modernismo al razionalismo» invita a percorrere la città con lentezza analitica e curiosità critica, per scoprire come il linguaggio architettonico sia divenuto espressione identitaria, sospesa tra ornamento e funzione, memoria e innovazione.
Il modernismo atlantico: quando l’ornamento racconta l’identità
All’inizio del Novecento, Las Palmas attraversa una fase di notevole prosperità economica, determinata dall’intensificazione dei traffici commerciali e marittimi. In questo clima di apertura cosmopolita, il modernismo , declinazione locale dell’Art Nouveau europea , trova terreno fertile per il proprio sviluppo.
Linee sinuose, motivi fitomorfi, ceramiche smaltate e ferro battuto caratterizzano le nuove facciate cittadine, mantenendo tuttavia un dialogo costante con la tradizione costruttiva canaria, articolata intorno a cortili interni (patios) e balconi lignei.
Lungo Calle Triana e nell’area prospiciente il Parque de San Telmo si susseguono eleganti palazzi, tra cui:
- Casa Negrín (1902), considerata la prima opera modernista “pura” dell’arcipelago canario;
- il Gabinete Literario, caratterizzato da una facciata scenografica e da interni riccamente decorati;
- Casa Bosch Sintes, Casa Benjumea e Palacio Rodríguez Quegles, esemplari di raffinata transizione tra eclettismo storicista e linguaggio moderno.
In questo contesto, l’ornamento non costituisce mero elemento decorativo: rappresenta un’affermazione culturale, simbolo di progresso e, al contempo, radicamento nel contesto geografico e antropologico. Il modernismo di Las Palmas si configura dunque come «ibrido atlantico»: europeo nelle matrici formali, profondamente insulare nello spirito.
Dalla curva alla linea: il razionalismo insulare di Miguel Martín-Fernández de la Torre
Negli anni Trenta del Novecento, la città inaugura una nuova stagione architettonica: quella del razionalismo. L’architetto Miguel Martín-Fernández de la Torre assume un ruolo determinante in questa transizione, introducendo nell’isola i principi del Movimento Moderno europeo e rielaborandoli con spiccata sensibilità contestuale.
Le linee acquisiscono purezza geometrica, i volumi si fanno essenziali, la decorazione si riduce ai minimi termini. Tuttavia, questa modernità non risulta astratta né impersonale: rimane strettamente correlata alle condizioni climatiche, alla qualità della luce, alla vita quotidiana degli abitanti.
Un luogo emblematico è Ciudad Jardín, quartiere concepito come laboratorio urbano, nel quale si articolano residenze unifamiliari dalle facciate sobrie, finestre ad angolo, terrazze ventilate e tonalità cromatiche calde, come il celebre «colore gofio», una sfumatura sabbiosa che riflette la luce atlantica senza produrre abbagliamento.
Altri esempi significativi del razionalismo locale includono l’Edificio Mulet, la Colonia Alvarado, la Colonia I.C.O.T., il Cine Cuyás, l’Hotel Parque e il Cabildo Insular, autentici manifesti di un’architettura funzionale ma formalmente controllata, pensata per la dimensione collettiva.
Il razionalismo a Las Palmas non opera una cesura con il passato: lo reinterpreta attraverso un linguaggio rinnovato, più sobrio ma altrettanto identitario.
Clima, materiali e colore: l’arte del costruire con il luogo
Uno degli aspetti più significativi di questo itinerario consiste nella comprensione delle modalità attraverso cui architetti e maestranze abbiano elaborato strategie progettuali in dialogo con le condizioni ambientali.
In una città caratterizzata da elevata insolazione e costante umidità, l’architettura si configura come esercizio di adattamento bioclimatico: basamenti in pietra vulcanica per garantire inerzia termica, rivestimenti ceramici che riflettono il calore, brise-soleil e verande per favorire la ventilazione naturale.
Il colore assume un ruolo fondamentale: dalle tonalità sabbiose alle sfumature ocra, ogni scelta cromatica contribuisce a creare equilibrio percettivo e comfort termico. Si può pertanto parlare di una «modernità situata»: un modo di essere contemporanei senza tradire la propria identità insulare.
Una città stratificata: conservare, valorizzare, vivere
Attraversando Las Palmas, emerge con evidenza la continuità tra epoche e linguaggi architettonici. Modernismo e razionalismo non si contrappongono dialetticamente, bensì si sovrappongono e dialogano, restituendo la narrazione di una città in costante trasformazione.
La sfida contemporanea consiste nella preservazione di questo patrimonio fragile, spesso minacciato da interventi di restauro impropri o dalla perdita di dettagli originari. Si rendono necessari progetti di valorizzazione che coniughino conoscenza storico-critica, sensibilità progettuale e partecipazione comunitaria, affinché il patrimonio architettonico continui a costituire elemento vivo della memoria collettiva.
Las Palmas si configura così come mosaico vivente, nel quale l’arte del costruire diviene memoria condivisa e la città stessa si trasforma in lezione permanente di architettura mediterranea e atlantica.
Itinerario consigliato: alla scoperta dell’architettura di Las Palmas
Per coloro che intendano esperire direttamente il patrimonio architettonico della città, si propone il seguente percorso:
Tappa 1 – Il modernismo nel centro storico
Da Plaza de Santa Ana a Calle Triana, con soste al Gabinete Literario e al Palacio Rodríguez Quegles, fino ai chioschi rivestiti in ceramica del Parque de San Telmo.
Consigliato nelle ore mattutine, quando la luce radente valorizza rilievi e decorazioni plastiche.
Tappa 2 – Il razionalismo di Ciudad Jardín
Visita di Casa Alvarado, Casa Curiá, Colonia I.C.O.T. e Hotel Parque.
Ideale nel tardo pomeriggio, quando le tonalità calde delle facciate si armonizzano con la luce dorata del tramonto.
Durante il percorso, è fondamentale prestare attenzione ai dettagli: una maniglia in ferro battuto, una finestra d’angolo, una piastrella maiolicata. Questi frammenti costituiscono tracce materiali di una precisa temperie culturale.
Las Palmas de Gran Canaria trascende la dimensione di semplice destinazione balneare per configurarsi come museo diffuso, nel quale l’evoluzione del linguaggio architettonico riflette il carattere aperto, colto e creativo dell’isola.
Dal modernismo ornamentale al razionalismo funzionale, ogni quartiere offre un tassello di una narrazione più ampia: quella di una modernità generata dal dialogo tra forma estetica e condizioni ambientali, tradizione costruttiva e innovazione progettuale.
Visitare Las Palmas con questo sguardo critico significa non limitarsi all’osservazione superficiale, ma comprendere i processi culturali e tecnici che hanno plasmato l’identità urbana. Significa, in ultima analisi, attraversare non solo una città, ma la sua stessa anima architettonica.

