Le Dune di Maspalomas: un deserto sull’oceano tra storia, natura e rinascita

Scritto il 28/10/2025
da Redazione

Le Dune di Maspalomas, situate all’estremità meridionale dell’isola di Gran Canaria, rappresentano uno degli ecosistemi naturali più preziosi e delicati delle Isole Canarie. Questo complesso paesaggio, esteso per circa 400 ettari, comprende dune mobili di sabbia dorata, una lunga spiaggia di sei chilometri, una laguna salmastra (La Charca) e un’oasi costiera che accoglie numerose specie migratorie e endemiche, come la lucertola gigante di Gran Canaria (Gallotia stehlini).

Le dune di Maspalomas si formarono circa 10.000 anni fa, alla fine dell’ultima era glaciale, quando le variazioni del livello del mare e le correnti oceaniche iniziarono a depositare sabbia proveniente dal fondo marino e dalle coste africane. Nel corso dei millenni, i venti dominanti da est e sud-est hanno modellato queste dune, rendendole un esempio straordinario di equilibrio naturale tra mare, deserto e vegetazione costiera.

Nel XIX secolo l’area era scarsamente popolata e utilizzata solo da pescatori e pastori. A partire dagli anni ’60, però, con il boom turistico delle Canarie, Maspalomas divenne un centro di forte espansione urbana. La costruzione di alberghi, strade e infrastrutture turistiche alterò progressivamente l’assetto originario delle dune, provocando erosione, perdita di sabbia e riduzione delle aree naturali libere.

Un ecosistema sotto pressione

Nel 1994, la Regione Autonoma delle Canarie ha istituito la Riserva Naturale Speciale delle Dune di Maspalomas (Zona C-7), comprendente 403,9 ettari di habitat protetto. Il Plan Director del Governo delle Canarie (IDECanarias, 2020) stabilisce le linee guida di conservazione e uso sostenibile.

Tuttavia, l’ecosistema rimane minacciato da fattori quali:

  • Perdita di sabbia: circa 45.000 m³ all’anno finiscono in mare, riducendo l’altezza e l’estensione delle dune.

  • Crescita eccessiva della vegetazione in aree interne, che blocca il movimento naturale della sabbia.

  • Calpestio eccessivo dei visitatori, con conseguente compattazione del suolo e danneggiamento della flora.

  • Effetti del cambiamento climatico, che amplificano la forza dei venti e le variazioni termiche.

Senza interventi di conservazione continuativi, gli esperti stimano che il sistema dunare potrebbe essere seriamente compromesso in una sola generazione.

Il progetto “Masdunas”: la rinascita del deserto costiero

Per salvaguardare questo ecosistema unico, nel 2018 il Cabildo de Gran Canaria, in collaborazione con il Comune di San Bartolomé de Tirajana e con il sostegno dei fondi europei Next Generation EU, ha lanciato il progetto Masdunas (Cabildo de Gran Canaria, 2024).

Gli obiettivi principali del progetto sono:

  • Ripristino naturale delle dune, attraverso il trasferimento controllato di sabbia da zone di accumulo a zone erose.

  • Regolamentazione dell’accesso pubblico, con sentieri delimitati e passerelle per limitare l’erosione da calpestio.

  • Recupero della flora autoctona, tramite la piantumazione di specie stabilizzatrici della sabbia come Traganum moquinii.

  • Protezione della fauna locale, con particolare attenzione a uccelli migratori e rettili endemici.

  • Educazione ambientale, mediante pannelli informativi, attività didattiche e campagne di sensibilizzazione rivolte a turisti e residenti.

Iniziative recenti: Masdunas II e nuove azioni

Nel 2024 è stata avviata la seconda fase del progetto, “Masdunas II”, che consolida e amplia le azioni precedenti. Secondo il Cabildo de Gran Canaria e il Ministerio para la Transición Ecológica y el Reto Demográfico (Gobierno de España, 2025), le attività principali includono:

  • Ripristino fisico del sistema dunare, con il recupero di oltre 14.000 m³ di sabbia e il ripristino dell’85% della fronte dunare precedentemente degradata.

  • Applicazione di tecnologie avanzate (modelli digitali del terreno e rilievi fotogrammetrici) per analizzare la dinamica delle dune e migliorare la precisione degli interventi.

  • Rimozione di vegetazione invasiva e strutture abusive, per ripristinare le dinamiche naturali del vento e della sabbia.

  • Monitoraggio scientifico costante, in collaborazione con l’Università di Las Palmas de Gran Canaria, volto a studiare la qualità dei sedimenti, la biodiversità e le condizioni idrologiche della laguna costiera “La Charca”.

  • Rafforzamento della sorveglianza ambientale, grazie alla collaborazione tra Cabildo, Guardia Civil e Corpo de Agentes de Medio Ambiente, per contrastare accessi illegali e comportamenti dannosi.

  • Campagna di sensibilizzazione pubblica “Help Us Protect the Maspalomas Dunes”, che incoraggia residenti e turisti a rispettare i percorsi tracciati, evitare la costruzione di strutture temporanee di sabbia e non disturbare la fauna.

Queste azioni mirano non solo a preservare l’ambiente, ma anche a garantire un modello di turismo sostenibile, capace di coniugare fruizione e tutela.

Un patrimonio da custodire

Le Dune di Maspalomas sono oggi riconosciute come un patrimonio ecologico di interesse europeo, inserito nella Rete Natura 2000 e protetto da normative regionali e comunitarie.

Essi rappresentano un esempio concreto di come scienza, amministrazione e comunità locale possano collaborare per salvaguardare un ambiente fragile ma vitale.

A rafforzare il valore naturalistico dell’arcipelago, si aggiunge il Parco Nazionale del Teide, situato nel cuore di Tenerife. Il Teide, con i suoi 3.718 metri di altezza, è la montagna più alta della Spagna e uno dei vulcani più emblematici del mondo. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2007, il parco offre paesaggi spettacolari dominati da formazioni rocciose come i Roques de García e dal cratere del Pico Viejo, oltre a una flora endemica che si è adattata alle condizioni estreme. La sua importanza non è solo geologica, ma anche scientifica: l’Osservatorio del Teide è uno dei centri astronomici più avanzati d’Europa, grazie al cielo limpido e alla bassa presenza di inquinamento luminoso.

Maspalomas e il Teide rappresentano così due facce di uno stesso patrimonio naturale: uno plasmato dal vento e dall’oceano, l’altro dal fuoco e dal cielo. Entrambi raccontano la forza e la fragilità delle Canarie, dove natura, scienza e turismo possono convivere in armonia.

Ogni visitatore può contribuire con semplici azioni:

  • camminare solo lungo i sentieri segnalati;

  • non raccogliere sabbia, piante o animali;

  • rispettare la tranquillità della fauna;

  • informarsi sui progetti di tutela e partecipare alle iniziative di sensibilizzazione.

Solo attraverso una partecipazione consapevole sarà possibile assicurare che questo straordinario “deserto sull’oceano” continui a vivere, mantenendo intatta la sua bellezza e il suo valore naturalistico per le generazioni future.