Novembre sacro: Finaos, Tafeña, San Martín e San Andrés

Scritto il 07/11/2025
da Redazione

Alle Canarie, novembre non è solo il mese che apre l’inverno: è un tempo sospeso tra memoria e rinascita, tra il raccolto che si chiude e il vino nuovo che annuncia la vita che ritorna.
Le feste dei Finaos, della Tafeña, di San Martín e San Andrés scandiscono un calendario di riti antichi, radicati nella terra e nel cuore delle comunità isolane.
In questo periodo, le piazze si riempiono di canti, racconti, vino e castagne: un mosaico di tradizioni che unisce il sacro e il popolare in una celebrazione comune della vita.

Finaos e Tafeña: il dialogo con gli antenati

La notte dei Finaos, che si celebra tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre, è una delle più suggestive del calendario canario. È una festa che nasce dal desiderio di ricordare i defunti, ma lo fa con calore, non con tristezza. Le famiglie si riuniscono per raccontare storie degli antenati, accendono piccole luci e condividono frutta secca, fichi e dolci tradizionali.

La celebrazione prosegue con la Tafeña, la grande festa del vino nuovo, che simboleggia il ciclo della natura: mentre si onorano i morti, si celebra la continuità della vita. In molti villaggi, come a Tinajo, sull’isola di Lanzarote, queste feste si trasformano in eventi comunitari con laboratori, spettacoli teatrali e degustazioni, in cui la tradizione incontra la partecipazione collettiva.

Qui, il ricordo si fa convivio: la memoria diventa un ponte tra generazioni, e il vino, con il suo profumo d’uva e di cenere vulcanica, diventa il simbolo di un legame che non si spezza.

San Martín e San Andrés: il vino e la libertà del vento

Pochi giorni dopo, l’arcipelago si prepara alle celebrazioni di San Martín e San Andrés, due feste sorelle che rivelano l’anima più giocosa del novembre canario.
Il giorno di San Martín, i contadini aprono le botti per assaggiare il vino dell’anno, accompagnandolo con castagne arrostite e formaggi locali. È il momento del raccolto condiviso, della gratitudine e della generosità.

Con San Andrés, invece, le strade si riempiono di suoni e risate. Nella tradizione tinerfeña, i ragazzi trascinano barattoli e pezzi di latta legati a corde, facendo rumore per le vie del paese: un rito allegro e purificatore che, secondo la leggenda, scaccia gli spiriti cattivi e dà il benvenuto al nuovo ciclo agricolo.
In alcune località, come Icod de los Vinos, la festa prende la forma di “Las Tablas de San Andrés”: i giovani scendono lungo le stradine in discesa su assi di legno, un’antica usanza nata per trasportare le botti al porto. Oggi è un’emozionante corsa collettiva tra risate e vino.

Tradizione, comunità e rinascita

Queste celebrazioni di novembre non sono solo folklore: rappresentano un modo per ritrovare radici comuni in un mondo che corre troppo in fretta.
Ogni castagna arrostita, ogni bicchiere di vino condiviso, ogni canzone popolare intonata nelle piazze diventano un atto di memoria viva, un modo per affermare che la modernità può convivere con la tradizione se entrambe restano fondate sulla comunità.

Alle Canarie, la spiritualità di novembre non si esprime nei silenzi, ma nel calore dell’incontro: è un sacro quotidiano che parla di terra, di vento e di gratitudine.
Perché ogni anno, quando arriva novembre, le isole ricordano che la vita, come il vino, va gustata lentamente, lasciandole il tempo di maturare e di rivelare la sua verità più profonda: quella della condivisione.