Isole Canarie e Blue Economy: mare, tradizione e tecnologie per lo sviluppo sostenibile dell’Atlantico

Scritto il 13/11/2025
da Redazione

L’oceano è da sempre l’anima delle Isole Canarie. Avvolto dall’Atlantico e ricco di biodiversità, l’arcipelago ha costruito la propria identità culturale ed economica sul mare, da cui ha tratto risorse, scambi e prospettive di crescita. Oggi, con l’affermazione della Blue Economy, questo legame storico si rinnova attraverso un percorso che intreccia innovazione, ricerca scientifica, sostenibilità e nuovi modelli di gestione delle risorse marine.

Un’economia blu in trasformazione

Le evidenze più recenti mostrano che la Blue Economy canaria sta attraversando una fase di transizione: da un lato, esistono solide strutture politiche e meccanismi di supporto finanziario dell’Unione Europea; dall’altro, l’applicazione concreta di innovazione, digitalizzazione e governance partecipativa risulta ancora incompleta.

Tre traiettorie delineano questa evoluzione:

  1. Diversificazione economica, necessaria per ridurre la forte dipendenza dal turismo tradizionale.
  2. Crescita tecnologica e biotecnologica, sostenuta da centri di ricerca e parchi scientifici.
  3. Ricerca di nuovi modelli di collaborazione, in cui pesca, turismo e scienza possano coesistere.

Questa eterogeneità non rappresenta una contraddizione, ma un processo naturale: dall'introduzione delle prime aree marine protette, oltre vent'anni fa, l'arcipelago è approdato a progetti complessi che integrano attività ittiche, ricerca, accoglienza turistica e innovazione industriale.

La pesca artigianale: cuore culturale e laboratorio di sostenibilità

La pesca tradizionale rimane un pilastro delle comunità costiere, sostenuta da oltre 5.000 famiglie. Non è solo un settore economico, ma un patrimonio culturale che definisce l’identità di porti come Arguineguín (Gran Canaria) o La Restinga (El Hierro).

Negli ultimi anni il comparto ha vissuto un rinnovamento, grazie a:

  • Sistemi di tracciabilità digitale basati su blockchain per certificare l’origine del pescato.
  • Packaging biodegradabile, per ridurre l’impatto ambientale.
  • Il marchio “Pescado Azul Canarias”, introdotto nel 2024, valorizza specie locali come vieja, cherne e bocinegro e promuove pratiche di pesca responsabile.

Nonostante questi progressi, molti pescatori segnalano una scarsa partecipazione ai processi decisionali, soprattutto riguardo alla gestione delle aree marine protette e alle politiche di diversificazione. La governance, pur avanzata sul piano normativo, necessita di una maggiore inclusione delle comunità costiere.

Ricerca scientifica e biotecnologie marine: un settore in forte espansione

La biotecnologia marina rappresenta oggi uno dei motori più dinamici dell'economia blu canaria. Tra le realtà di spicco:

  • BIOASIS Gran Canaria, che sviluppa prodotti biotecnologici da microalghe e promuove partnership internazionali.
  • Instituto Canario de Ciencias Marinas (ICCM), attivo nello studio della bioeconomia blu, nella coltura di plancton e alghe e nello sviluppo di sensori per il monitoraggio ambientale.
  • Oceanic Labs, piattaforma che unisce università, centri di ricerca e imprese in progetti di ricerca applicata su bioplastiche, principi attivi farmaceutici marini e sistemi di depurazione naturale.
  • Il Parco Tecnologico Marino di Pozo Izquierdo, inaugurato nel 2025, ospita oltre 200 ricercatori e 30 startup impegnate in biotecnologia, acquacoltura sostenibile e desalinizzazione avanzata.

Queste iniziative segnano un passaggio decisivo verso un’economia ad alto contenuto scientifico, capace di generare occupazione qualificata e attrarre investimenti europei.

Nuovi modelli economici: pescaturismo e integrazione con il turismo blu

La Ley de Pesca de Canarias ha introdotto strumenti fondamentali per diversificare la pesca tradizionale attraverso il contatto diretto con il turismo. Il pescaturismo, in particolare, rappresenta un modello emergente che permette ai pescatori di integrare il reddito, raccontare la propria cultura e promuovere una forma di turismo esperienziale e sostenibile.

Parallelamente, il turismo blu — che include escursioni scientifiche, immersioni sostenibili, attività educative e iniziative di citizen science — cresce del 12% l’anno.
Progetti come Cetáceos Sin Fronteras e i percorsi educativi dei centri di interpretazione marina coinvolgono visitatori e scuole nella conservazione del patrimonio oceanico.

Digitalizzazione: un tassello ancora mancante

Nonostante l’importanza riconosciuta a livello europeo, la digitalizzazione nella Blue Economy canaria rimane uno degli aspetti meno sviluppati. La letteratura evidenzia:

  • pochi progetti applicati direttamente alle Canarie;
  • assenze significative nella raccolta e gestione digitale dei dati;
  • difficoltà a costruire statistiche integrate sul settore blu.

Unica eccezione di rilievo è un progetto spagnolo di pesca del tonno che utilizza sensori intelligenti per stimare peso e comportamento della cattura, ma non è specificamente localizzato nelle isole.

La digitalizzazione rappresenta quindi una delle principali sfide future.

Collaborazione tra pesca e ricerca: tra opportunità e tensioni

Iniziative come MACAROFOOD dimostrano come scienza e pesca possano collaborare efficacemente, con raccolta di campioni, analisi biologiche su specie d’interesse commerciale e trasferimento di conoscenze ai pescatori.

Tuttavia, persistono criticità:

  • molti pescatori non vengono coinvolti pienamente nei tavoli decisionali;
  • le aree marine protette, pur necessarie per la conservazione, generano conflitti legati a restrizioni e trasformazioni territoriali;
  • la comunicazione tra istituzioni, ricercatori e comunità non è sempre fluida.

Per una Blue Economy equa e resiliente è fondamentale costruire una governance partecipata, capace di integrare competenze scientifiche e saperi tradizionali.

Le Canarie nel corridoio blu dell’Atlantico europeo

L’arcipelago è oggi al centro di una strategia europea più ampia: trasformare l’Atlantico in un corridoio blu sostenibile, dove turismo, ricerca, energia, conservazione e produzione convivano in armonia.

Le Canarie collaborano con Portogallo, Irlanda e Paesi della costa africana in:

  • reti di monitoraggio oceanico,
  • ricerca transfrontaliera,
  • sviluppo di tecnologie marine avanzate.

Il mare, da confine geografico, diventa così ponte di cooperazione internazionale.

La Blue Economy canaria rappresenta un ecosistema in rapida evoluzione: innovazione biotecnologica, filiere sostenibili, turismo responsabile e politiche europee stanno plasmando un modello di sviluppo più equilibrato e orientato al futuro.

Permangono sfide importanti, soprattutto nella digitalizzazione e nella partecipazione delle comunità locali, ma l’arcipelago possiede risorse, competenze e visione per consolidarsi come uno dei principali laboratori di sostenibilità marina dell’Atlantico.


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