Negli ultimi anni, l’edilizia ha iniziato a cambiare pelle. Al centro di questa trasformazione c’è un approccio che privilegia l’ambiente, l’efficienza, il ciclo di vita e il benessere: un approccio che fa perno su materiali bio-based, tecnologie digitali e sistemi energetici rinnovabili.
Un elemento chiave di questo cambiamento è l’adozione di biomateriali derivati da fonti rinnovabili come funghi, alghe, paglia, canapa o fibre vegetali, in alternativa a cemento, acciaio e plastica. Questi materiali non sono più semplici curiosità da laboratorio, ma stanno conquistando spazio reale grazie a caratteristiche che li rendono particolarmente adatti alla bioedilizia: bassa energia incorporata nella produzione, elevata efficienza energetica e capacità di assorbire carbonio durante la loro crescita. Alcuni di questi composti, come quelli a base di micelio (la “rete” di funghi), offrono proprietà isolanti e strutturali promettenti, abbassando sensibilmente l’impatto ambientale rispetto ai materiali tradizionali.
Diversi studi indicano che l’impiego di materiali naturali e bio-based per l’involucro degli edifici dalle murature alle finiture può migliorare isolamento termico e acustico, ridurre il consumo energetico e abbassare la “carbon footprint” complessiva nell’intero ciclo di vita dell’edificio. Inoltre, materiali come legno strutturale, bambù o sughero, oltre ad essere rinnovabili, richiedono spesso meno energia per la produzione rispetto al cemento o all’acciaio, e possono contribuire a mitigare le emissioni.
Ma l’innovazione non riguarda solo i materiali: cambia anche il modo di progettare e costruire. Strumenti digitali come il Building Information Modeling (BIM) permettono oggi di simulare interamente le fasi progettuali e realizzative, favorendo una progettazione consapevole e minimizzando gli sprechi di materiali e risorse. Questo approccio digital-first rende più efficiente l’intero ciclo edilizio, riducendo errori, ottimizzando logistica e tempi e supportando una costruzione sostenibile e responsabile.
A questi elementi si aggiungono le tecnologie per l’energia: pompe di calore ad alta efficienza, sistemi fotovoltaici integrati con batterie (ad esempio a tecnologia litio-ion) e soluzioni per l’accumulo e il recupero energetico. Con un uso combinato di isolamento avanzato, energie rinnovabili e automazione, è possibile mirare ad edifici a elevata autonomia energetica, se non addirittura “off-grid”, riducendo al minimo le emissioni durante l’intero ciclo di vita. Studi recenti mostrano come l’integrazione di materiali sostenibili, efficienza energetica e design intelligente possa ridurre drasticamente l’impatto ambientale del settore edilizio.
Naturalmente, non tutti gli ostacoli sono superati: l’adozione su larga scala dei biomateriali sconta ancora costi più elevati, supply chain limitate, normative edilizie che spesso preferiscono soluzioni tradizionali; inoltre, per molte delle nuove tecnologie serve tempo per essere testate e standardizzate.
Eppure, la direzione sembra segnata: la transizione verso un’edilizia sostenibile, circolare e rispettosa dell’ambiente non è più una scelta di nicchia, ma una necessità concreta, accompagnata da strumenti, ricerca e crescente consapevolezza.
In un’epoca in cui il cambiamento climatico, la scarsità di risorse e la qualità della vita urbana sono priorità globali, costruire con materiali bio-based, progettare con strumenti digitali e dotare gli edifici di energia rinnovabile non è solo possibile: è auspicabile, doveroso e sempre di più reale.
Fonti
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ECTP Position Paper on Biobased Materials – “Biobased materials in construction industry” (2025). (ECTP)
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“Biomateriali: i nuovi orizzonti dell’edilizia sostenibile” – articolo 2025 su iconeurbane.it (Icone Urbane)
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Review “Emerging trends in sustainable building materials: technological innovations, enhanced performance and future directions” (2024). (ScienceDirect)
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“Materiali ecosostenibili in edilizia: ecco i più green” – Biblus / ACCA, 2024 (BibLus)
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Report su tecniche innovative per l’efficienza energetica e riduzione delle emissioni negli edifici (2025). (SpringerLink)

