“Ascoltando la voce di Paolo Borsellino” Riflessione di Cinzia Panzettini

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“Ascoltando la voce di Paolo Borsellino”. Riflessione di Cinzia Panzettini

Paolo Borsellino, le audizioni segrete: “Ci danno le auto blindate solo di mattina. 

Di chi è la voce dell’uomo che, alla fine dell’audio, dice a Borsellino che non avere la scorta al pomeriggio e alla sera “gli dava un po’ di libertà”?

Voglio sapere chi fu capace di una battuta simile di fronte a Borsellino che con voce umile elencava le difficoltà di lavorare in condizioni miserevoli. Chi è quel delinquente: è ancora vivo? Campa ancora con denaro nostro?
Ascoltate, vi prego, quest’uomo che ha dato la vita sapendo che sarebbe stato quello il suo destino, parlare di computer che non venivano messi in funzione rendendo difficilissima la gestione dei processi, di dipendenti che non accettavano di fare straordinari, per cui loro Giudici lavoravano 16, 18 ore al giorno e per la maggior parte del tempo soli! Ascoltatelo mentre dice che avevano una sola auto blindata che doveva occuparsi di quattro persone e che era disponibile solo la mattina.

Quando pensiamo che lo Stato abbia abbandonato gli uomini che hanno veramente lottato contro la mafia e li ha mandati a morte, non sappiamo sino a che punto sia stato perpetrato il suo crimine! Persino coi mezzucci, come un pc che non viene messo rapidamente a disposizione! Chi era il Ministro, allora?

Stiamo parlando dell’epoca nella quale aveva l’auto blu persino il primo cretino di parlamentare assenteista che godeva di privilegi a pioggia! Stiamo parlando di un’Italia che sprecava nella sola gestione del Governo cifre esorbitanti e che continuò a farlo! Un’Italia che ci saremmo aspettati che a questa gente facesse i ponti d’oro, sfornasse aiuti continui e schierasse loro intorno non solo le scorte, ma interi reparti dell’esercito!

Mi sono sentita, ascoltando la voce di Paolo Borsellino, molto triste, e poi da Italiana veramente umiliata. Perché mi demolisce sapere che qualcuno decise di lasciar mancare la protezione a questi uomini retti e di valore, ma ascoltare dalla voce di uno di loro sino a che punto lo facesse e con quali mezzucci, mi costringe a chiedermi cosa abbia indotto ad andare avanti questi uomini con gli occhi tristi e rassegnati. Quegli occhi vedevano bene che lo Stato a parole era con loro, ma coi fatti mollava. Cosa li mandò avanti, senza fermarli? Cosa se non un senso della Giustizia, della tutela della società e della dignità che il 99% degli Italiani lascebbe ad altri, eclissandosi?

Ora di mafia non si parla più. Sarà che non se ne parla perché non esiste più? Rido, amaramente, perché se Cosa Nostra non ha più bisogno di ammazzare nessuno, come si dice ai giorni nostri, “facciamoci due domande, e diamoci due risposte”.

scritto il 16 Luglio 2019

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Cinzia Panzettini

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