Affitti turistici: un fenomeno senza controllo

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Il Governo Canario è deciso a regolamentare i circa 54.000 alloggi, presso cui risiedono oltre un milione di turisti ogni anno. Catalogna, Andalucia e Madrid hanno già approvato misure simili a quelle che vuole adottare il governo di cui è a capo Paulino Rivero.

 

Il numero di turisti stranieri che sceglie un alloggio privato è aumentato in Spagna in coincidenza con la crisi finanziaria ed economica nel 2007.

In quell’anno, il numero dei turisti che ha pernottato in alloggi non regolari è stato di 4,37 milioni di persone (il 7,5% del totale di turisti stranieri).

Già nel 2011 si registrò un incremento del 14,8%, mentre nel 2012 l’aumento è stato dell’8,7%. Un fenomeno che ha riguardato anche le Canarie, e che è dovuto a tre fattori.

Il primo, ovviamente, riguarda la crisi: in tale contesto, i turisti stranieri riducono la spesa prevista, optando per alloggi in affitto, sperando di trovarli a prezzi più economici rispetto agli Hotel, soprattutto se via viaggia in gruppo.

In secondo luogo, famiglia e amici scelgono l’alloggio privato perché dispongono di maggior libertà rispetto ad un albergo convenzionale e cercano allo stesso modo di vivere la vacanza in modo diverso. In terzo luogo, l’avvento di Internet ha facilitato enormemente i proprietari di alloggi turistici, sia di appartamenti, che di case o anche solo stanze.

Lo scorso giugno, il vice consigliere al Turismo del Governo delle Canarie, Ricardo Fernández de la Puente, denunciò al Parlamento che i servizi di ispettorato avevano identificato alcune zone, come per esempio il Sud di Tenerife, dove la maggior parte degli alloggi turistici si riconducevano a società con sede nel Regno Unito. Dopo meno di due mesi, il presidente Paulino Rivero si è impegnato a regolamentare per legge e far uscire dall’illegalità i 54.000 alloggi turistici che operano alle Canarie.

Questa legge, che si prevede venga approvata in autunno, conterrà una norma per lo sfruttamento commerciale degli immobili, come per il controllo di affitti di case intere per periodi inferiori ad un mese. Dopo l’annuncio del Governo delle Canarie, e come era logico aspettarsi, la Ashotel (associazione di albergatori di Santa Cruz de Tenerife), si è allarmata, perché vede nell’intenzione del governo la volontà di dare carta bianca ad un’attività illegale, dietro la quale si nascondono affari per cui non viene pagata alcun tipo di imposta, e che viene a rafforzare la dichiarazione fatta dal vice consigliere De La Puente in sede parlamentare, secondo la quale le società straniere vengono dichiarate nel paese di origine, dai cittadini stessi, per pagare le tasse in quello stesso paese, dichiarando i guadagni generati alle Canarie.

Non sembra poi essere certo che questi affitti si tramutino in ricchezza per le isole, ne tanto meno che i proprietari che affittano ad uso turistico siano canari. Secondo l’ Ashotel, la maggioranza di questi alloggi danneggiano il marchio “Canarie”, perché non raggruppano standard della stessa qualità, sicurezza e accessibilità tali da poter proporsi come alloggio turistico, e allo stesso tempo non sono muniti di permesso dalle Comunità di proprietari di immobili residenziali, ne tanto meno nei registri di polizia.

E’ poco quello che si può fare in questi casi, visto che mancano controlli amministrativi che obblighino a rispettare determinate caratteristiche per gli alloggi proposti su Internet. Le recenti modifiche alla legge LAU (legge sugli affitti), approvata dal governo del Partito Popolare, concede alle Comunità Autonome la possibilità di regolare a propria discrezione gli affitti turistici.

16.000 firme dei cittadini La raccolta di oltre 16.000 firme della “Plataforma para la Regulación del Alquiler Vacacional” dimostra che si tratta di un problema reale, che ha portato il presidente Rivero ad incontrare i portavoce, si stima infatti che nella Comunità Autonoma ci siano 54.000 immobili ad uso turistico, e che nel 2012, quasi 1,2 milioni di turisti avevano optato per un affitto turistico, decretando un aumento dell’8% rispetto al 2011.

Nonostante questi numeri, l’ Ashotel e da alcuni mesi anche l’esecutivo di Governo, considera questa attività concorrenza sleale, economia sommersa, che non paga le tasse e provoca un grave problema per la società.

Ma allo stesso tempo è anche vero che regolamentare in modo adeguato gli affitti turistici, aumentati fortemente grazie ad Internet, può creare posti di lavoro, attivare zone residenziali, e rappresentare una fonte di entrate per il commercio e il settore alberghiero.

Questa tesi sembra si sia consolidata all’interno del governo regionale, che ha dato il via alla relativa regolamentazione prima della fine della legislatura, e comunque alle stesse condizioni fiscali e legali di chi gestisce e possiede strutture già in regola.

In questo modo, il governo canario spera che gli affitti turistici continuino a generare ricchezza, ma in maniera legale, pagando le tasse, contribuendo a differenziare l’offerta, come si è fatto in Catalogna e Andalucia.

Di diverso parere la Ashotel, che teme che il Governo in questo modo possa ricreare la bolla immobiliaria, nel caso si dovesse ricominciare a costruire case ad uso esclusivamente turistico.

Dalla Redazione.

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