Halloween alle Canarie: tra leggende locali e influenze globali
Racconti e misteri dell’oceano: quando il folklore incontra la storia
Racconti e misteri dell’oceano: quando il folklore incontra la storia
L’arte urbana delle Canarie è un invito a camminare col naso all’insù. Tra pareti vulcaniche e quartieri in metamorfosi, murales e installazioni hanno trasformato intere città in musei a cielo aperto.
Dal Walking Festival al cinema d’autore: l’arcipelago si anima tra natura, cultura e tradizione
L’autunno è forse il momento più affascinante per scoprire le Isole Canarie. Le temperature restano miti, i flussi turistici si diradano e l’atmosfera torna ad appartenere ai residenti. È la stagione ideale per perdersi tra i borghi, quei piccoli centri dove la vita scorre con calma e dove il tempo sembra essersi fermato.
Il turismo resta uno dei pilastri dell’economia delle Canarie: settore chiave per l’occupazione e le entrate. Nel 2025 l’arcipelago registra cifre record nell’occupazione e dinamiche in evoluzione nel settore aereo, con un mercato in continuo adattamento alle esigenze turistiche.
Negli ultimi anni le Canarie hanno rafforzato il loro ruolo come punto di riferimento per l’arte contemporanea internazionale. L’arcipelago, tradizionalmente noto per le sue bellezze naturali e il turismo, sta diventando anche uno spazio di sperimentazione culturale, dove gallerie, musei e spazi pubblici accolgono progetti innovativi e residenze artistiche aperte a talenti provenienti da ogni parte del mondo.
L’arcipelago delle Canarie non è soltanto una delle destinazioni turistiche più amate al mondo, ma anche un punto di riferimento internazionale per la ricerca astronomica. Grazie agli osservatori situati a La Palma e Tenerife, dotati di strumenti all’avanguardia e posizionati in aree con condizioni climatiche e atmosferiche eccezionali, le isole sono diventate un vero e proprio laboratorio a cielo aperto per lo studio dell’universo.
Le Isole Canarie non sono soltanto mare e natura, ma anche un territorio ricco di tradizioni popolari che continuano a vivere con grande vitalità. Dai celebri carnevali agli eventi rurali nei villaggi dell’entroterra, ogni isola custodisce feste che rappresentano un’occasione unica per immergersi nell’identità e nella creatività di questo arcipelago.
Le Isole Canarie non sono soltanto sinonimo di paesaggi mozzafiato, clima primaverile ed eccellenza turistica. Negli ultimi anni, l’arcipelago ha rafforzato anche la sua immagine di destinazione culturale di primo piano, capace di offrire un calendario ricchissimo di eventi che spaziano dalla musica al teatro, dalla danza al cinema, fino alle tradizioni popolari più radicate.
Alzi lo sguardo in Piazza San Marco, proprio all’angolo settentrionale, e ti lasci catturare da un battito che non è un cuore ma un rintocco. Due figure scure, possenti, alzano le braccia e con un colpo deciso segnano lo scorrere del tempo. Sono i celebri Mori della Torre dell’Orologio di Venezia, e da oltre cinquecento anni accompagnano la vita della città.
L'influenza della Chiesa cattolica nell'arcipelago canario, a partire dalla riscoperta del navigatore italiano Lanzarotto Malocello nel 1312, fu profonda e complessa. Questo evento segnò l'inizio dei contatti con l’Europa e aprì un’epoca di evangelizzazione intrecciata al dibattito sulla schiavitù. La Chiesa giocò un ruolo decisivo, oscillando tra la difesa dei diritti umani e la giustificazione della conquista.
La storia moderna dell’astronomia nelle Canarie nasce nella seconda metà dell’Ottocento, quando il cielo era ancora un enigma e la tecnologia poneva limiti severi. In quel periodo lo scozzese di origini italiane Charles Piazzi Smyth volle verificare una delle intuizioni di Isaac Newton, che nel Opticks (1704) sosteneva come le osservazioni più precise si potessero compiere solo in alta quota, al di sopra delle nubi.
Sotto le ali bianche di Calatrava, l’Auditorio de Tenerife inaugura a settembre la stagione 2025-2026, la più intensa della sua storia. In cartellone oltre novanta spettacoli di musica, teatro e danza che confermano la struttura di Santa Cruz come faro culturale dell’arcipelago.
Luis Marqueli Bontempo (Savona, 1 gennaio 1740 – Santa Cruz de Tenerife, 16 dicembre 1817) fu l’ufficiale italiano il cui coraggio e la cui lucidità cambiarono le sorti della “Gesta del 25 luglio” 1797, l’eroica difesa di Santa Cruz de Tenerife contro la flotta britannica di Horatio Nelson. All’epoca colonnello del Cuerpo de Ingenieros, Marqueli svolse un ruolo decisivo nel convincere il Generale Antonio Gutiérrez de Otero a rifiutare un ultimatum inglese che ne chiedeva la resa, assicurando così la salvezza della città e dell’isola.
Ad agosto l’Auditorio “Adán Martín” chiude al pubblico, ma dietro le quinte fervono i preparativi per la nuova stagione. Le sale vengono allestite, i tecnici rifiniscono luci e suoni, e il personale affina ogni dettaglio: è il respiro necessario prima di un settembre che si annuncia denso di eventi.
Candelaria, 15 agosto – Tutto ha inizio attorno al 1390, quando due pastori guanches del regno di Güímar trovano, vicino al barranco di Chimisay, una figura lignea raffigurante una donna. Era l’immagine della Vergine di Candelaria, che avrebbe poi cambiato la storia spirituale dell’intero arcipelago.
In quest’altra isola, il mare è sempre presente, ma lo fa in modo più intimo, più selvaggio.
È una festa popolare e religiosa, certo, ma soprattutto è un momento collettivo di amore e rispetto per il mare e per chi, ogni giorno, vive grazie a lui.
Ogni anno, nel cuore dell’estate, Santa Cruz de Tenerife rivive la rievocazione storica della Gesta del 25 luglio 1797, l’evento epico che vide la popolazione locale respingere l’attacco della flotta britannica comandata dal celebre contrammiraglio Oratio Nelson.
Ogni 23 giugno, mentre il sole cala lentamente all’orizzonte e l’estate si mostra in tutta la sua pienezza, le Isole Canarie si accendono di fuochi e tradizioni antiche. È la Noche de San Juan, la notte in cui fuoco e acqua si incontrano, e con loro si intrecciano magia, leggende, e riti che affondano le radici in epoche remote. Nell’arcipelago, questa celebrazione assume un significato particolarmente profondo, mantenendo viva una connessione tra l’uomo e la natura, tra il sacro e il profano, tra la storia e il mito.
Chi visita le Isole Canarie per la prima volta resta spesso colpito non solo dal paesaggio vulcanico e dal clima mite, ma anche da alcune parole che sembrano uscire direttamente dall’inglese, pur pronunciate con accento spagnolo. Termini come queque (da cake, torta), pulóver (da pullover, maglione), nife (da knife, coltello), tenis (da tennis shoes, scarpe sportive) o futin (da footing, jogging) sono solo alcuni esempi di un fenomeno linguistico che affonda le sue radici in una storia fatta di scambi, rotte marittime e migrazioni.
Il giovane artista Pedro Luis Domínguez Quevedo, conosciuto come Quevedo, ha scritto una pagina memorabile nella storia musicale delle Isole Canarie, esibendosi sabato sera davanti a 41.000 spettatori nello stadio di Gran Canaria. Per il cantante originario di Las Palmas, è stato più di un concerto: è stato il compimento di un sogno nato tra le battaglie di freestyle nei parchi della sua città natale.